Cormano adotta “Rocco Chinnici” in occasione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia

Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie: Cormano "adotta" la figura di Rocco Chinnici

Data :

15 marzo 2021

Cormano adotta “Rocco Chinnici” in occasione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia
Municipium

Descrizione

La Legge 20/2017 ha riconosciuto ufficialmente la “Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Il prossimo 21 marzo si terrà la 26esima edizione, che sarà caratterizzata dallo slogan “A ricordare e riveder le stelle”, scelto dagli organizzatori per celebrare, in questo momento di buio, un invito alla speranza e un inno alla vita. L’evento, infatti, vuole essere uno sguardo verso un orizzonte migliore da costruire insieme, a partire dalla memoria di chi quella vita ci ha lasciato, come un testimone nelle mani di un corridore che deve vincere la gara più importante, quella per l’affermazione del bene collettivo.

Il desiderio di ‘riveder le stelle’ e di uscire dall’inferno della pandemia, dopo un anno di isolamento e distanziamento, è un desiderio forte tra tutti i cittadini. Sentiamo tutti forte la necessità di buoni auspici, di luce che illumina e dà energia. E in questo senso le stelle sono anche le persone che ogni giorno si battono per giustizia e legalità, fari del nostro operare ed esempi ai quali guardare.

Il Cormano di Cormano ha aderito alla giornata, adottando simbolicamente “la stella” del Giudice Rocco Chinnici.

Da oggi e sino al 21 marzo pubblicheremo sul sito del Comune uno spunto di riflessione/un’occasione di informazione a tema, per rendere fruttuosa questa ricorrenza e il ricordo del giudice Chinnici e delle altre vittime innocenti, diffondendo il più possibile sul nostro territorio la cultura della legalità e la volontà di opporsi a tutte le mafie

 

Rocco Chinnici (Misilmeri, 19 gennaio 1925 – Palermo, 29 luglio 1983) è stato un magistrato italiano, ucciso da Cosa Nostra nella Strage di Via Pipitone Federico. Nel 1980, dopo l’omicidio del procuratore Gaetano Costa, ebbe l'idea di centralizzare tutte le indagini di mafia in una struttura di coordinamento tra magistrati che passò alla storia come "Pool Antimafia": da quel momento tutte le informazioni e le inchieste sarebbero state concentrate in un unico luogo, con magistrati impegnati a tempo pieno su indagini che riguardavano il fenomeno mafioso. Entrarono a far parte del Pool: Giovanni Falcone,Giuseppe Di Lello,Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta.

«Un mio orgoglio particolare» - disse Chinnici in una intervista - «è una dichiarazione degli americani secondo cui l'Ufficio Istruzione di Palermo è un centro pilota della lotta antimafia, un esempio per le altre magistrature d'Italia. I magistrati dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo compatto, attivo e battagliero». Fu grazie all'intuizione di Chinnici se fu possibile imbastire il lavoro necessario a istruire il Maxiprocesso di Palermo.

Il 29 luglio 1983 Rocco Chinnici venne ucciso mentre usciva di casa con una Fiat 126 verde imbottita con 75 kg di tritolo: nell'esplosione, provocata da Antonino Madonia, morirono anche il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. L'unico superstite fu Giovanni Paparcuri, l'autista. Il processo per l'omicidio individuò come mandanti i cugini Nino e Ignazio Salvo, e si concluse con 12 condanne all'ergastolo e quattro condanne a 18 anni di reclusione. Durante l'iter processuale, la fermezza del giudice Antonino Saetta nel comminare dure pene ai sicari di Chinnici costò la vita a lui e a suo figlio Stefano, uccisi il 25 settembre 1988 a Caltanissetta.

Facciamo parlare le sue parole:

Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai “ (Rocco Chinnici)

La mafia è stata sempre reazione, conservazione, difesa e quindi accumulazione della ricchezza. Prima era il feudo da difendere, ora sono i grandi appalti pubblici, i mercati più opulenti, i contrabbandi che percorrono il mondo e amministrano migliaia di miliardi. La mafia è dunque tragica, forsennata, crudele vocazione alla ricchezza.” (Rocco Chinnici)

La mafia stessa è un modo di fare politica mediante la violenza” (Rocco Chinnici)

Sono i giovani che dovranno prendere domani in pugno le sorti della società, ed è quindi giusto che abbiano le idee chiare. Quando io parlo ai giovani della necessità di lottare la droga, praticamente indico uno dei mezzi più potenti per combattere la mafia. In questo tempo storico infatti il mercato della droga costituisce senza dubbio lo strumento di potere e guadagno più importante… Siamo in presenza di una immane ricchezza criminale che è rivolta soprattutto contro i giovani, contro la vita, la coscienza, la salute dei giovani. Il rifiuto della droga costituisce l'arma più potente dei giovani contro la mafia.” (Rocco Chinnici)

Hanno detto di lui:

Chinnici era un uomo semplice e schietto; il suo viso ricordava la Sicilia contadina, pulita; i suoi occhi esprimevano bontà grande, intelligenza e fermezza. Come Cesare Terranova, del fenomeno mafioso sapeva cogliere sempre e solo l'essenziale, senza vagare tra le nuvole di teorie astratte, improbabili e romanzesche o nello scetticismo interessato e mistificatorio. (Emanuele Macaluso)

Né la generale disattenzione né la pericolosa e diffusa tentazione alla convivenza col fenomeno mafioso – spesso confinante con la collusione – scoraggiarono mai quest'uomo, che aveva, come una volta mi disse, la "religione del lavoro". (Paolo Borsellino)

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